I Monuments Men furono un gruppo di circa 345 tra uomini e donne di 14 diverse nazionalità che rischiarono la vita per proteggere i più grandi tesori dell’arte e della civiltà dalla distruzione della Seconda guerra mondiale.
L’appellativo Monuments Men deriva da quello della sezione dell’esercito anglo-americano in cui prestarono servizio: la sezione Monuments, Fine Arts and Archives (MFFA), ovvero la sezione Monumenti, belle arti e archivi.
I Monuments Men non erano soldati professionisti. Erano esperti del settore culturale – direttori e curatori museali, storici dell’arte, bibliotecari, architetti, educatori e anche artisti – che si arruolarono volontariamente nell’esercito anglo-americano spinti dal desiderio di dare un contributo alla protezione del patrimonio culturale europeo.




Sbarcati in Europa con l’obiettivo di proteggere monumenti di interesse storico, i Monuments Men si resero presto conto che la Germania nazista stava compiendo il più grande saccheggio di opere d’arte della storia. L’Italia fu un paese particolarmente interessato dalle azioni dei Monuments Men perché a partire dal 1943 fu teatro di una guerra aerea e di terra che mise a rischio l’immenso patrimonio culturale della penisola.
In Italia i Monuments Men poterono contare sulla collaborazione di alcune importanti figure della cultura italiana, come i Sovrintendenti Giovanni Poggi, Pasquale Rotondi ed Emilio Lavagnino, che insieme ai Monuments Men contribuirono attivamente a salvare i beni storico-artistici italiani da furti e distruzioni.
L’operato degli uomini e delle donne della sezione Monumenti era andato quasi interamente dimenticato fino al 2007 quando nacque la Monuments Men Foundation for the Preservation of Art, creata dall’autore, businessman e filantropo Robert M. Edsel.

La Fondazione fu creata con l’obiettivo di mantenere viva la memoria di questi eroi e oggi ha esteso la sua missione alla promozione di attività educative per pubblici di tutte le fasce di età.
La Fondazione non smette di continuare a cercare le centinaia di opere d’arte ancora mancanti dalla fine della guerra, per restituirle ai legittimi proprietari.
Le storie dei Monuments Men
I Monuments Men furono spesso protagonisti di grandi imprese poco conosciute che permisero di proteggere i capolavori che ancora oggi possiamo ammirare di persona.
Clicca sugli articoli qui sotto per approfondire alcune delle storie di questi eroi silenziosi. Li abbiamo realizzati per voi in collaborazione con la Monuments Men Foundation for the Preservation of Art.
The Monuments Men Foundation for The Preservation of Art
Altaussee: la miniera di sale che ospitò opere d’arte dal valore inestimabile
Rodolfo Siviero: agente segreto e “007 dell’arte”
Lettere dal fronte: i disegni di Deane Keller per il figlio Dino
Non solo “Men”: le donne della sezione Monumenti
Rose Valland: la spia che rischiò la vita per salvare l’arte francese
Miracolo a Milano: il salvataggio dell’Ultima Cena di Leonardo
«Bombe e parole»: le distruzioni a Milano nell’agosto 1943
James Rorimer e la tutela del Giardino delle Tuileries
Educare un esercito alla difesa dell’arte: le lettere del capitano Posey
Frederick Hartt: lo studioso del Rinascimento innamorato di Firenze
George Stout, il “padre” della sezione Monumenti
Pasquale Rotondi: l’uomo che nascose Giorgione sotto il letto
Primavera a Firenze: il caso della statua senza testa
Don Guido Anelli: prete, partigiano e “paracadutista”
Proteggere l’arte in tempi di guerra: le difficoltà della sezione Monumenti
Il castello da fiaba che nascose i tesori artistici di Francia
Operazione Gioconda: il salvataggio durante la Seconda guerra mondiale
Jacques Jaujard: l’uomo che salvò le collezioni di Francia
Deane Keller: il migliore amico del Camposanto di Pisa
15 febbraio 1944: la distruzione di Montecassino
