Secondo un’antica leggenda, il vetro fu inventato in Siria da alcuni mercanti fenici che per allestire un focolare da campo, utilizzarono blocchi di salnitro che, fuso dal calore e mischiato alla sabbia, diede origine a questo materiale. Egitto, Siria, Mesopotamia furono i primi centri di diffusione del vetro ma furono i Romani a raggiungere livelli eccellenti di produzione.

Nel Medioevo si ebbe il punto di svolta con l’invenzione del vetro cristallino dovuta al muranese Angelo Barovier. Per la prima volta nella storia il vetro era trasparente.
Maestri vetrai realizzarono meravigliose vetrate colorate che sostituirono e alleggerirono i muri di cattedrali che diventarono dei veri e propri scrigni di luce.
Il rosone, la finestra circolare, già apparsa nelle chiese romaniche intorno all’anno Mille, divenne un autentico capolavoro.
Caleidoscopio di colori, non serviva solo a decorare la facciata ma anche ad alleggerirla e a far entrare la luce nella navata principale; per la sua forma e bellezza rappresentava anche la perfezione della creazione.
Non solo, a livello simbolico, la luce, simbolo di Dio penetrava nella chiesa come nel cuore degli uomini, attraverso piccoli spiragli e si diffondeva immediatamente generando meraviglia e stupore.
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