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Il bikini: il must have delle donne greche e romane

Chi crede che il bikini sia un indumento dell’ultimo secolo si sbaglia di grosso!
Lo conoscevano e lo usavano le donne greche e romane per fare ginnastica e prova ne è il mosaico della Villa romana del Casale, a Piazza Armerina, in Sicilia. Non serviva per nuotare né per prendere il sole, ma serviva per praticare atletica, danzare, fare attività sportive.
Cadde in disuso con il cristianesimo e venne riscoperto duemila anni dopo.
Chissà cosa avrebbero pensato le donne dell’antichità scoprendo che all’inizio del ‘900, la nuotatrice Annette Kellerman sarebbe stata arrestata a Boston per aver indossato in pubblico un costume intero senza maniche e senza gambe…
Bisognerà attendere gli anni 40 per vedere sdoganato il costume due pezzi quando un sarto, Jacques Heim, propose il costume più piccolo del mondo e lo chiamò Atome, atomo, proprio per le sue dimensioni.
Ma perché allora si chiama bikini?
Il termine bikini riprende il nome di un atollo delle isole Marshall, nell’Oceano Pacifico, dove gli Stati Uniti in quegli anni stavano effettuando esperimenti nucleari, provocando ovviamente molto scalpore. L’accostamento al costume venne in mente al sarto francese Louis Réard, che rimpicciolì ancor di più il modello Atome e pensò che avrebbe avuto un effetto atomico, proprio come quello che stava accadendo in quelle isole lontane!

 

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