La biomimesi è l’imitazione della natura e degli esseri viventi: si dice che il primo esempio di biomimesi sia da attribuire all’ingegnere svizzero Georges de Mestral che, portando a spasso il cane, si accorse che sui vestiti e sul pelo del cane si erano attaccati i fiori rossi della bardana: di ritorno a casa li esaminò al microscopio e scoprì che, grazie alla loro forma a uncino, si impigliavano facilmente ma erano difficili da staccare.
Da qui l’idea di realizzare il velcro, la chiusura che ancora oggi si utilizza per esempio nelle scarpe con gli strappi.
In realtà ci sono tantissimi esempi di biomimesi nella storia, da sempre gli uomini hanno cercato ispirazione nella natura per trovare soluzioni; si pensi agli inuit che hanno imparato a costruire gli igloo guardando le tane degli orsi bianchi o al villaggio cinese di Hongcun, dalla forma di bue, costruito 800 anni fa: i canali del villaggio ricalcano il sistema digestivo dell’animale.
Osservando piante e animali, scienziati, inventori, architetti hanno trovato soluzioni tecnologiche incredibili: un dispositivo spaziale vola come una farfalla notturna, il sonar assomiglia al sistema di geolocalizzazione dei pipistrelli, i grattacieli come il Taipei (chiamato il maestoso bambù blu) si ispirano appunto al bambù, per la sua capacità di piegarsi e non spezzarsi.
Nell’immagine Monarch 2, Rafael Araujo, 2011.
Scopri l’esempio più famoso di biomimesi: La Tour Eiffel.
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