Artonauti per la scuola media: didattica a distanza con “Il bacio” di Klimt

Elaborati sul bacio di Klimt - Artonauti a scuola

Come siete entrati in possesso dell’album?
Non avevo richiesto gli album della scorsa edizione, ho richiesto solo quelli del Novecento perché mi interessava l’argomento da trattare con i ragazzi. La prima edizione sarebbe stata più adatta alle prime medie mentre quest’anno ho pensato di utilizzare il Novecento per le classi terze.

Qual è stata la prima reazione dei suoi alunni?
Non ho detto niente ai miei alunni, mi sono solo presentata con il pacco e ho consegnato loro questo regalo. Metà classe ha reagito con sorpresa vedendo la prof che faceva un regalo, altri hanno esclamato “Ah, sono album di figurine!” mentre altri invece si sono messi subito a scambiare le figurine. Abbiamo utilizzato gli album durante la quarantena parlando di Klimt, dell’arte degenerata e della censura. Molti sono andati a leggere le storie contenute nell’album, i racconti dei Monuments Men . Gli ho detto che esiste anche un film a tema, poi qualcuno è andato ad approfondire anche le biografie degli autori come Munch e Klimt e sono andati a cercare ulteriori opere degli stessi autori rispetto a quelle proposti da me. I più interessati tra i miei alunni hanno completato l’album!
Anche i genitori ai colloqui di febbraio mi hanno comunicato che sono rimasti piacevolmente sorpresi che i figli, invece di passare del tempo sulla PlayStation o al cellulare, si siano messi a scambiare figurine. L’hanno trovata una iniziativa interessante. A me è piaciuto il progetto grafico dell’album, l’ho trovato accattivante. Se i bambini delle elementari magari si fanno leggere i testi da mamma e papà i miei ragazzi delle medie sono andati in prima persona a cercare informazioni per poi chiedermi conto di quello che hanno trovato scritto in una pagina piuttosto che in un’altra. Avevano sete di capire e conoscere.

Uno dei lavori sul bacio di Klimt
Uno dei lavori sul bacio di Klimt

Come ha introdotto l’album ai suoi alunni?
Ho distribuito l’album e l’ho anche contestualizzato. L’ho lasciato come strumento di approfondimento per chi voleva scoprire qualcosa in più e curiosare un po’. Era qualche mese che i miei alunni mi facevano domande sulla censura dell’arte, quest’anno tra l’altro c’è stato il ritrovamento dell’opera di Klimt, recuperata in Emilia-Romagna. Erano curiosi di capire come si riescono a recuperare le opere d’arte rubate. Ho proposto loro dei contenuti multimediali oltre ai QR code presenti nell’album.

Quali attività avete svolto in classe a partire dagli album Artonauti?
Alcune attività le ho proposte io prendendo spunto dai quadri che c’erano nell’album mentre altre attività sono nate dai ragazzi stessi, come quella sui tableaux vivants.
Siamo partiti da Klimt, un artista che affascina sempre tutti. Abbiamo visto le opere nell’album e tra l’altro nel primo pacchettino di figurine scartato in classe una alunna ha trovato una Twin Card dorata di Klimt. Partendo da questa carta ho fatto lezione sul Ver Sacrum, gli inizi artistici di Klimt e del suo stile, le prime edizioni della rivista e abbiamo trovato un’immagine di Atena molto simile a quella nell’album. Da lì gli alunni mi hanno chiesto di svolgere qualche prova pratica e abbiamo iniziato a lavorare da casa con quello che avevano. Anche perché in quarantena non si potevano muovere: ho approfittato per chiedere loro di recuperare materiali di riciclo.
Abbiamo lavorato sulla riproduzione di alcune opere di Klimt a partire da materiali che avevano in casa, materiali di riciclo. Abbiamo lavorato con “Il bacio”, un’opera molto famosa e anche molto vicina a dei ragazzi di terza media. Ci siamo concentrati su alcuni particolari dell’opera e non abbiamo ricopiato un vero quadro: ognuno è stato libero di lavorare con i suoi materiali preferiti, qualcuno è perfino andato in giardino a raccogliere sassolini, margherite, creando delle opere in qualche modo effimere perché biodegradabili.

Un altro lavoro sul bacio di Klimt
Un altro lavoro sul bacio di Klimt

Inoltre con il collega di musica abbiamo organizzato una lezione dedicata a emozioni, colore e musica per capire meglio l’arte espressionista. Sono stati tutti orgogliosi di studiare la materia. Siamo partiti dall’ascolto di brani come suggerisce l’album per poi capire quali emozioni si provano, trasformandole in emozioni su un foglio. Abbiamo svolto questa attività in diretta su zoom, inviando un link con dei brani selezionati. Non per forza musica classica ma comunque brani senza cantato, come colonne sonore o nuovi generi musicali. Io guardavo i miei studenti dalle loro telecamerine, ho visto che qualcuno muoveva la testa a tempo; alla fine ci siamo confrontati fuori dalla logica del giusto e dello sbagliato perché gli elaborati dovevano riportare le emozioni provate in quel momento. Sono partita da qui per introdurre gli Espressionisti mentre di solito a scuola si fa il contrario: si parte dall’introduzione teorica e poi si passa alla pratica. Qui invece siamo partiti dal laboratorio per poi risalire alla spiegazione, si è trattato di un nuovo modo di fare lezione, dettato anche da nuove modalità di comunicazione.

Con le seconde medie invece, per cui non ho richiesto gli album, abbiamo svolto un progetto sui tableaux vivants: me li hanno proposti gli alunni stessi sulla scia dell’iniziativa lanciata dal Getty Museum. Ho lasciato la possibilità di scegliere tra un tableau vivant e un collage su Arcimboldo e sul Manierismo e devo dire che tutta la classe ha partecipato con il tableau vivant. Ho mandato solo un pdf con le istruzioni e qualche esempio e ne sono usciti dei veri capolavori, oltre le mie aspettative. Alcuni si sono addirittura truccati come i soggetti dei dipinti e anche i genitori hanno apprezzato l’iniziativa, mettendosi anche loro in gioco con i figli.

Per il futuro, sta pensando a qualche uso particolare di album e figurine per l’attività didattica?
Sicuramente! Nel frattempo, ho acquistato anche la guida Imparare davanti a un quadro, l’ho letta e ho trovato molti spunti davvero carini, alcune attività sarebbe utili da riproporre, calibrandole sulla fascia di età dei miei ragazzi, la scuola media. Potrebbe essere interessante lavorare su Modigliani anche se è un po’ “fuori programma”: il programma di arte è vastissimo e spesso non si riesce a fare tutto quello che si vorrebbe. Per di più il programma di arte è sfasato risetto a quello di musica e di storia: noi iniziamo in prima media con le grotte di Lascaux mentre in storia sono già al Medioevo e  musica inizia subito con primi strumenti musicali ai tempi dei Greci.

Cosa piace di più ai suoi alunni? Cosa piace di meno?
Hanno apprezzato il fatto che ci fosse un filo conduttore storico nell’album e anche io ho puntato molto su quello. Hanno apprezzato molto le riproduzioni delle immagini, nitide e ben fatte. Ovviamente le riproduzioni ci sono anche nei testi scolastici ma gli alunni associano il libro di testa a qualcosa che devono studiare. Inoltre, le immagini sui libri spesso non sono grandi come quelle sull’album e molte hanno i colori sfasati. I colori dell’album invece sono esatti e, passatemi il paragone, se anche non vado al museo almeno riesco a vedere una riproduzione fedele.
Poi in questo mondo in cui siamo bombardati di immagini al punto da averci fatto quasi il callo è bello avere un album da poter sfogliare, su cui potersi soffermare e a cui poter tornare anche per il ripasso. Un altro aspetto importante per me insegnante è stato l’utilizzo dei font, le didascalie brevi e gli accenni alle storie degli artisti: giusto qualche frase, non troppo specifica ma neanche troppo generale. Tanto poi il vero approfondimento si fa sui libri di testo, che sono uno strumento diverso rispetto alla storia che accompagna l’album. Ultimo aspetto, ma non meno importante, gli album sono anche ad alta leggibilità per i ragazzi con bisogni educativi speciali (BES) o con disturbi dell’apprendimento specifico (DSA). Ho personalmente apprezzato le citazioni degli stessi artisti contenute nell’album, anche a me capita di utilizzarle.

C’è una frase detta da un suo alunno che l’ha particolarmente colpita?
Per l’attività su “Il bacio” di Klimt ricordo un ragazzino che si è messo a fare un elaborato con le perline, è stato molto bravo e mi ha scritto: “Buongiorno prof, le invio l’opera che ho realizzato. Sono stato molto soddisfatto del lavoro che ho fatto anche se devo dire che è stato davvero impressionante mettere giù tutte queste perline e non immagino quanto abbia penato Klimt”.
Un’altra ragazzina è rimasta entusiasta dell’attività online in cui abbiamo lavorato sull’ascolto della musica e sulle emozioni. Si è trattato di un periodo difficile, con i ragazzi chiusi in casa, qualcuno con i genitori che lavoravano tra il personale medico e sanitario, durante l’età dell’adolescenza… Beh questa alunna evidentemente si è lasciata andare durante l’esercizio e a fine lezione mi ha scritto che era rimasta molto contenta e che ci dovrebbero essere più lezioni così.

Didattica online: come si sta trovando, qualche suggerimento per i colleghi?
Per quanto mi riguarda si è trattato di un’esperienza molto positiva fin dall’8 marzo. Io inoltre lavoro in un istituto un po’ particolare: già in prima media creiamo un account per gli alunni, che sono abituati a gestire parte della vita scolastica online. Sono inseriti in un contesto digitale, mi scrivono e-mail, io stesso mando loro pdf con immagini che possono ingrandire senza stampare, guardando colore e pennellate da vicino. Per artisti come Van Gogh, Matisse o Derain è a dir poco fondamentale. Sotto questo aspetto la tecnologia mi aiuta moltissimo.
In questo periodo i miei alunni sono sempre stati presenti e mi sono sempre venuti dietro nonostante i collegamenti a volte fossero a scatti, anche quando la videolezione precedente era stata una verifica.  La pratica a distanza mi ha messo alla prova, non avendo gli alunni sott’occhio. L’abbiamo sempre comunque fatta, non ho assegnato molto da studiare e leggere ma prove pratiche proprio per svincolare gli studenti dallo schermo.
Dall’altra parte erano sempre preparati: i miei alunni sono grandi, in terza media vivono un po’ con l’incubo esame, sapevano che dovevano essere pronti. Certo che tutto questo è stato possibile anche grazie ai colleghi di altre materie che hanno dato input simili agli alunni, tra l’altro con più ore di lezione, invitandoli a usare app come Canva o altre app di presentazione.
Utilizzo molto anche Google Arts per andare a vedere subito un quadro o per rispondere a una domanda durante una videolezione. Posso sempre condividere lo schermo con tutti quando in classe è più complicato. Apprezzo questa duttilità della tecnologia anche se è certo che i ragazzi non possono sempre stare solo sullo schermo. Per fortuna la pandemia è capitata verso metà anno scolastico: non so come avrei potuto lavorare a distanza sulle tecniche di pittura come la tempera con i ragazzi di prima media.

 

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Gli animali nell’arte: emozioni e colori per la didattica a distanza

Riproduzioni di animali - Il pavone e la mucca gialla

Come siete entrati in possesso dell’album?

Noi abbiamo un album per la classe e lo completiamo insieme. Ho ricevuto anche gli album destinati alle scuole, li ho distribuiti agli alunni che sono stati liberi di utilizzarli, compatibilmente con le possibilità della famiglia. Io aiuto i miei studenti con i doppioni e ho comunque detto loro di conservare gli album e di non buttarli. Magari li useremo per completare le opere continuando il disegno, in ogni caso un utilizzo intelligente lo troviamo sempre.
L’anno scorso ho completato un album per la classe, avevo richiesto anche le figurine mancanti e adesso fa parte dei nostri materiali di classe. Tra l’altro l’anno scorso avevamo creato anche alcuni mazzi di Twin Card e ci giocavamo durante l’intervallo: pensate che non avevo letto a cosa servissero e ho pensato anche io come voi di poterle utilizzare per il memory, anche senza saperlo! Quest’anno mi è arrivato anche il libro Imparare davanti a un quadro e mi ha fatto molto piacere.

Qual è stata la prima reazione dei suoi alunni?

Erano tutti contenti perché conoscevano già il primo album. Tra l’altro, l’anno scorso, con la mia classe avevo svolto un’attività su Klee e grazie all’album dedicato al Novecento i miei alunni hanno riconosciuto lo stile, se lo ricordavano perché ci avevamo lavorato. Qualcuno vedendo le opere di Klee mi ha detto che le conosceva!

Come ha introdotto l’album ai suoi alunni?

Avevo detto ai miei alunni che speravo che arrivassero anche quest’anno, il giorno della consegna è stata una festa. Ho scritto una lettera di accompagnamento ai genitori per spiegare l’iniziativa, sottolineando che non comportava nessun obbligo, chiedendo comunque di conservarlo come ho detto prima. Ho detto loro che se avessero voluto avrebbero potuto contribuire all’album di classe: quasi tutti hanno portato le figurine per la classe e poi tutte le altre le ho comprate io. Poi ce le scambiamo direttamente tra di noi, tra maestra e bambini!

Quali attività avete svolto in classe a partire dagli album Artonauti?

A inizio anno avevo lavorato con i quadri di Van Gogh e con il Giappone perché dovevamo andare a vedere la mostra al Museo delle Culture di Milano (MUDEC).
Con l’anno nuovo ho approfittato dell’anniversario dei 100 anni dalla morte di Modigliani (20 gennaio 2020) per agganciarmi all’album: parlano della sua vita, dei suoi ritratti, lavorando sulla riproduzione di alcune sue opere sui cartoncini neri. Poi è scoppiata l’emergenza coronavirus e dal 22 febbraio siamo rimasti a casa. Il mio lavoro con Modigliani si è interrotto per cause di forza maggiore.
In queste settimane di quarantena ho invece approfittato dei tanti animali che si trovano nell’album per delle attività di Scienze: con il programma avevo finito di trattare le piante e sono passata agli animali partendo dalle opere dell’album. Ho lavorato sulla differenza di un animale osservato dal punto di vista scientifico e dal punto di vista artistico, dividendo il lavoro in due parti: da un lato gli ovipari con il pesce di Klee e il pavone di Goncharova e dall’altro i mammiferi con il cane e i cavalli di Franz Marc.

 

Maestra Raffaella - Un'attività con Franz Marc
Mi sono soffermata sul colore di queste opere: sui colori reali e non reali. Io lavoro sempre sulle emozioni con i miei alunni: iniziamo in prima e portiamo avanti il discorso fino alla quinta. Ho legato il lavoro sulle emozioni agli album e ho chiesto ai miei alunni cosa provassero guardando i colori vivaci di questi animali, solo uno studente mi ha risposto “tristezza”. Poi ho lavorato sulla riproduzione delle opere: siamo abituati a lavorare con gessetti, tempere, stampa ADIGRAF, proviamo un sacco di tecniche.
Ho chiesto loro di riprodurre le opere a casa da soli, devo dire che a distanza “vanno come vanno”: a scuola è diverso, mi rendo conto. Qualche genitore li aiuta, altri disegnano da soli, in ogni caso è una situazione difficile per tutti: da casa ci siamo trovati un po’ spaesati.
Questa settimana ho chiesto loro di disegnare i tre gatti di Marc, un’opera che non compare sull’album. Volevo chiudere discorso di Franz Marc.

Per il futuro, sta pensando a qualche uso particolare di album e figurine per l’attività didattica?

Purtroppo ho dovuto lasciare a metà il lavoro su Modigliani, un artista che tra l’altro adoro: ero andata a vederlo questo inverno a Livorno al Museo Della Città e avevo preso una locandina per ogni alunno.
Per il futuro pensavo di continuare a lavorare sugli animali ma concentrandomi su figure meno determinate e precise, passando a Mirò e alle sue rappresentazioni più astratte ed originali. Ho in mente delle idee ma non so ancora esattamente cosa organizzerò. Anche il gatto di Picasso che ho visto sull’album mi interessava molto ma Picasso è un artista complesso su cui sento il bisogno di lavorare in classe, in presenza dei miei alunni.
Ho visto anche la vostra attività Colora con gli Artonauti dedicata a Klimt e mi è piaciuta perché nel precedente ciclo avevo fatto qualcosa di simile. Avevo isolato alcune figure di Klimt come alcune ninfe con i fiori tra i capelli o la mamma con un bambino e le avevo incollate su dei fondali vuoti, chiedendo ai miei alunni di riempire i fondali con forme geometriche come usava fare Klimt.

Cosa piace di più ai suoi alunni? Cosa piace di meno?

Devo dire che l’album dell’anno scorso (dalla Preistoria a Gauguin) gli era piaciuto di meno, forse anche per colpa mia: a me piace molto lavorare sugli autori del Novecento, ho meno passione per l’arte antica e forse il mio entusiasmo ha influito.  Questo album tutto colorato gli è piaciuto molto e devo dire che in generale si appassionano molto quando nell’album ritrovano tutto quello che hanno già potuto approfondire, quando riconoscono qualcosa che già sanno, che hanno vissuto.

C’è una frase detta da un suo alunno che l’ha particolarmente colpita?

Facciamo così tante attività di arte che è difficile ricordarmi una frase in particolare. Però ricordo a inizio anno quando siamo andati al MUDEC e quando i miei alunni hanno potuto vedere dal vivo alcune opere di Van Gogh che avevamo già incontrato anche grazie al primo album: erano entusiasti, mi dicevano: “Guarda Lella, questo è quello che abbiamo disegnato insieme!”. E’ consuetudine pensare che i bambini, perché piccoli, non possano capire e interessarsi a certi argomenti ma ritengo che basti saperli coinvolgere e si appassionano, afferrano tutto al volo.

Ha ricevuto la guida “Imparare davanti a un quadro”: cosa ne pensa?

L’ho ricevuto nei mesi scorsi, a febbraio. L’ho sfogliato, avevo letto anche la parte dedicata a Modigliani per il mio laboratorio. Mi è sembrato interessante anche se devo dire che io sono una persona che lavora molto con quello che le viene dalla pancia: forse perché di formazione non ho studiato storia dell’arte faccio fatica a stare nei vestiti di un altro. Mi basta dire che anche nella mia scuola c’è una collega che fa dei lavori molto belli per Arte e Immagine ma è raro che io segua tutte le sue istruzioni: è come se non avessi le mie scarpe. Nel libro ho trovato comunque nozioni e spunti, mi sono piaciuti i contributi su Modigliani e Marc: Le radici degli occhi sono nel cuore e Alla scoperta dei colori.

Didattica online: come si sta trovando, qualche suggerimento per colleghi?

Se avete capito un po’ come sono fatta, non vi stupirà che con la didattica online mi trovo ovunque un po’ stretta. Se con matematica, scienze e geografia riesco più facilmente a fare lezione, per me fare didattica dell’arte a distanza è terribile: a scuola lavoro molto su empatia e coinvolgimento e questa parte mi manca completamente.
A casa, quando ricevo i loro elaborati, vedo lo sforzo ma devo dire che a scuola il risultato è diverso: gli alunni continuano a chiedermi di fare arte e adesso oltre al risultato perdiamo tutto il trasporto nel lavoro, tutto il processo. Non si tratta solo di correggere un’operazione. Adesso da casa cerco comunque di trasmettere il mio entusiasmo preparando per i miei alunni messaggi vocali, incoraggiandoli ma senza il contatto il risultato non è lo stesso.
In ogni caso non desisto, ogni settimana preparo una attività. So di qualche alunno che normalmente a scuola è molto bravo in Arte e Immagine ma che a casa fa fatica. Ho detto alle mamme di non obbligarli: anche io che mi diletto a dipingere e che sono un’accanita lettrice in questo periodo faccio fatica a dipingere, siamo tutti un po’ spaesati.
Diciamo così: la didattica a distanza si chiama proprio a distanza, c’è poco da fare. Ci ha aiutato per carità ma è proprio un’altra cosa.

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