La Turandot (Iran)

Voce narrante di Paolo Monesi

C’era una volta, nella terra di Persia, un giovane principe, il cui nome era Calaf. Egli era il figlio del re della terra di Persia, ed era non solo un bellissimo giovane, ma era anche astuto, intelligente, generoso e amato da tutti.

Accadde un giorno che un sultano di un regno vicino chiese un pedaggio altissimo ai carovanieri diretti al paese del padre di Calaf. Il sovrano e il figlio presero le difese dei loro mercanti e questa situazione fece sì che il loro regno venne attaccato dal sultano.
Il sultano aveva alle sue dipendenze un mago, che aumentò il numero di soldati con un incantesimo, ragion per cui riuscirono a sconfiggere l’esercito del padre di Calaf e a cacciare via la famiglia reale dalla Persia.
Calaf, con suo padre e sua madre, vagarono a lungo nel deserto finché non giunsero in un altro regno d’Oriente. Lì Calaf iniziò a lavorare come sellaio.
In quel regno vivevano un re con la figlia, la bellissima principessa Turandot; un giorno in cui Calaf era nella sua bottega sentì i banditori che annunciavano che tutti dovevano nascondersi perché usciva la principessa Turandot.
Curioso, rimase a guardarla e fu colpito dall’inenarrabile bellezza della ragazza. Aveva sentito dire che Turandot doveva ancora sposarsi, e chiese informazioni a riguardo a una vecchia fattucchiera.
La donna gli disse: «La principessa Turandot non fa distinzioni di ceto. Vuole sposare solo chi risponderà a determinate sue domande. In tanti ci hanno provato, e tutti quelli che hanno fallito sono morti!». Ella infatti era tanto bella quanto crudele: da diverso tempo principi e sovrani di ogni dove si erano recati a corte per chiedere la sua mano e la principessa li aveva tutti sottoposti a una prova per vedere se fossero alla sua altezza. La prova consisteva nel rispondere correttamente a tre indovinelli, con la conseguenza che colui che avrebbe indovinato avrebbe ottenuto la sua mano, altrimenti sarebbe stato messo a morte. Finora purtroppo nessuno era riuscito nell’impresa e tutti erano stati uccisi.
Calaf, nonostante tutto, decise di tentare le prove: Turandot era troppo bella per non rischiare. Così si presentò al cospetto della principessa che, come di consueto, gli sottopose i suoi tre indovinelli.
Turandot gli chiese: «Ti pongo il primo quesito: qual è la creatura che abita in tutti i paesi, che è amica di tutti e non tollera nessuno uguale a sé?».
«È il sole» rispose Calaf. «Vive ovunque, ama tutti e nessuno può essere simile a lui!»
La prima risposta era corretta.
Allora Turandot continuò, domandando: «Chi è la madre che mette al mondo tutti i suoi figli e poi li divora quando sono cresciuti?».
«È il mare,» rispose Calaf «madre di tutte le onde che poi ritornano in lui!»
Anche la seconda prova era riuscita.
E, per finire, Turandot gli chiese: «Qual è quell’albero le cui foglie sono bianche da un lato e nere dall’altro?».
«L’anno,» disse Calaf «che alterna giorno e notte.»
Anche alla terza domanda era stata data risposta corretta.
A questo punto, la principessa Turandot rivolgendosi a Calaf, gli disse: «Hai vinto tu! Sei degno di diventare il mio sposo».
Poco tempo dopo furono celebrate le nozze di Calaf e di Turandot: grazie all’esercito del suocero, Calaf poté anche riconquistare il regno di suo padre.
E tutti vissero felici e contenti.

Turandot | Puccini, Nessun dorma – Tenor Franco Corelli 1963

 

 
Nessun dorma, nessun dorma
Tu pure, o principessa
Nella tua fredda stanza
Guardi le stelle
Che tremano d’amore
E di speranza
Ma il mio mistero è chiuso in me
Il nome mio nessun saprà
No, no, sulla tua bocca lo dirò
Quando la luce splenderà
Ed il mio bacio scioglierà il silenzio
Che ti fa mia
Il nome suo nessun saprà
E noi dovrem, ahimé morir, morir
Dilegua, o notte
Tramontate, stelle
Tramontate, stelle
All’alba vincerò
Vincerò, vincerò

La trama della Turandot

Siamo a Pechino, al tempo delle favole, tempo in cui vive Turandot, una bellissima principessa dal cuore di ghiaccio.
Molti principi vorrebbero sposarla, ma la principessa li sottopone ad una prova: risolvere tre enigmi difficilissimi. Risolti tutti e tre gli enigmi potranno avere la sua mano, ma in caso contrario perderanno la vita!
Il principe Calaf, figlio del re dei Tartari, incontra casualmente a Pechino suo padre Timur, arrivato lì dopo un lungo esilio, insieme a lui vi è anche la fedele schiava Liù. Il principe rimane così affascinato dalla bella Turandot che decide a sua volta di provare a risolvere gli enigmi, contro al parere di tutti, domanda di mantenere segreto il suo nome a sua padre e a Liù per sicurezza.

Il giorno seguente Calaf risolve tutti gli enigmi della Turandot, ma non volendo sposarla contro la sua volontà le offre una scappatoia: qualora lei riesca ad indovinare il suo nome prima dell’alba potrà comunque condannarlo a morte.
Turandot ordina che quella notte a Pechino nessuno dorma: le guardie bussano ad ogni porta domandando a tutti il nome del principe straniero e alla fine trovano Timur e Liù che conducono di fronte a Turandot. Liù canta il suo amore segreto per il principe e poi, per paura di lasciarsi sfuggire il nome di Calaf sotto tortura si uccide con una spada. Mentre tutti piangono la morte di Liù, Calaf rimasto solo con Turandot la bacia sciogliendo finalmente il suo cuore di ghiaccio.
L’alba sopraggiunge e Calaf rivela il suo nome alla principessa, mettendo la vita nelle sue mani. Dinnanzi all’imperatore e alla folla, Turando dichiara il nome dello straniero: “Amore” e lo abbraccia.